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Immagine del redattoreCaterina Caliendo

Le richieste dei bambini

Fino a qualche (abbondante) anno fa ero solita andare in una comunità per tossicodipendenti con il Preside e alcuni compagni del liceo. Trascorrevamo pomeriggi ad ascoltare storie e a confrontarci. [A pensarci ora, penso sia stata una delle esperienze più formative di quegli anni].

Tra le tante storie ascoltate, qualche giorno fa mi è tornata alla mente quella di Daniela.

Daniela era una giovane ragazza, poco più grande di noi. La ricordo abbastanza bene: era bionda, con qualche piercing, un viso giovane e pulito; si sarebbe potuta confondere con la nostra scolaresca se non fosse per quello sguardo triste che le segnava il volto.

In un luminoso pomeriggio primaverile, Daniela ci raccontò la sua storia, ci raccontò del suo abuso di sostanze che l'aveva portata in quella comunità; e ci disse una cosa così forte che, ricordo, all'improvviso quella giornata luminosa di inizio primavera mi parve buia. Non ricordo le parole esatte, ma il cuore di quello che ci disse sì, lo ricordo benissimo. Daniela ci raccontò che ogni sera tornava a casa sotto l'effetto di sostanze e si trascinava sul divano sperando, invano, che sua madre la vedesse e andasse da lei. Qualche giorno fa ho ripensato a tutto questo e ho capito che, forse, un primo seme di quello che sarebbe stato il mio cammino genitoriale e professionale è stato piantato in quel pomeriggio di inizio primavera.

I nostri figli ci chiedono di essere visti e amati incondizionatamente, e questo conta più di qualsiasi altra cosa possiamo dare loro.

A Daniela. Ai bambini di ieri e di oggi che chiedono di essere visti.

Un abbraccio



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